Vinho Verde, vieni a me! In Portogallo è un’istituzione, un vino dalle mille sfaccettature che può essere leggermente abboccato, di facile beva, o di un’acidità sostenuta, fruttato e leggero ma anche complesso, sorprendentemente lungo e aromatico. Il nome Vinho Verde lo si deve alla vegetazione che circonda le viti, particolarmente verdeggiante e boscosa, ma lo si deve anche al grappolo d’ uva che dapprima veniva raccolto ancora verde.
Allora ci inoltriamo tra stradine tortuose di piccoli paesi, una costante che accomuna molte zone vitivinicole e non mi sorprende di trovarla proprio qui sulle sponde del fiume Minho, nella regione più a Nord del Portogallo, che segna il confine con la terra spagnola.
Precisamente ci troviamo a Melgaҫo, dove nel 1982 nacque la prima cantina produttrice di Alvarinho: la Soalheiro.
La Quinta è protetta dai venti oceanici grazie ai monti che la circondano, con inverni freddi ed estati fresche, tra il giorno e la notte c’è uno sbalzo termico che agevola il vitigno ad esprimersi al meglio.
Facciamo un giro per la cantina, dove una ragazza ci mostra il magazzino dove tengono le bottiglie in vendita ma anche le riserve personali dell’azienda, bottiglie di ogni annata che vengono aperte per capirne l’evoluzione. Proseguiamo con la visita e ci mostra la macchina dove si imbottigliano gli spumanti, le numerose barrique ed incontriamo anche un uomo che con precisione si occupa di mettere manualmente la capsula in cera alla versione biologica dell’Alvarinho della Soalheiro. Ci avviciniamo alla sala degustazione che si apre su una meravigliosa vista sulla Valle del Minho, circondata da monti verdeggianti e da vitigni.
Iniziamo la degustazione con il classico Alvarinho 2016, aroma leggermente floreale, gelsomino, freschezza aromatica di agrumi, tè verde, fieno, minerale e bell’acidità. Un vino fresco, leggero, da bere come aperitivo. Il secondo vino che chiediamo di assaggiare è il Granit Alvarinho 2016, che già dal nome esprime la sua personalità, così come nel bicchiere. Si apre un naso mineralissimo, arriva diretto questo sentore di granito, su cui cresce la vite ( a 150 metri d’altitudine) ed è interessante anche l’acidità sostenuta di questo vino, lungo, retrogusto amarognolo e da una leggerissima bollicina.
Primeiras Vinhas 2016, un altro Alvarihno in purezza che proviene dalle prime viti piantate 30 anni fa, alcune delle quali a piede franco. L’uva in questo caso fa un affinamento per metà in inox e metà in barrique usate, il risultato è sorprendente. Un vino elegante, aroma di frutta fresca, pesca gialla, note verdi, piante aromatiche e si apre infine un naso dolce di frutta secca, lungo e persistente.
Assaggiamo anche la Reserva di Alvarinho che fermenta in barrique usate ed nuove per un anno. Il risultato è un Alvarinho più ‘maturo’, dai sentori più marcati di frutta tropicale, vaniglia, frutta secca, profumi tostati e una bella struttura, lungo.
Un escalation di Alvarinho che esprime appieno la sua unicità e il suo grande potenziale. Il sole ci segue ancora per poco, approfittiamo di un bel giro tra le vigne.