Bastano solo due ore d’aereo da Lisbona per ritrovarsi su una piccola isoletta in mezzo all’Oceano atlantico: Madeira, un’isola che esplode di vegetazione, altopiani di origine vulcanica e sabbia nera. La natura fa da padrona tra le viette strette di montagna, piantagioni di banane, cascate e vigneti.
Il primo giorno lo dedichiamo al trekking, diretti al Pico Ruivo, la cima più alta dell’isola, per godere della maestosa vista sull’ Oceano e sulle altre vette, uno spettacolo per la vista.
Il giorno seguente ci prepariamo per l’attesissima visita in cantina. La strada da percorrere ci mette alla prova ma dopo stretti tornanti immersi nella fitta vegetazione troviamo la cantina: Barbeito.
Avevo già assaggiato i loro vini ad una degustazione quindi non volevo assolutamente perdere l’occasione di vedere da dove potessero nascere dei vini così unici.
Ad accoglierci c’è Leandro, un signore che ci conduce direttamente sul luogo dove avvengono i primi passi per la vinificazione. Li ci racconta che l’uva proviene da tanti piccoli viticoltori della zona che avendo dei piccoli appezzamenti, molto spesso in zone scoscese e a picco sul mare non avrebbero l’opportunità né gli spazi di vinificarla.
Le uve principali utilizzate per il Madeira sono il Sercial, per il secco, il Verdelho per il medio secco, il Boal per il medio dolce e la Malvasia per il dolce. In aggiunta c’è l’unica uva a bacca rossa, la Tinta Negra che ricopre circa l’80 % della produzione di uva di tutta l’Isola ma che principalmente viene utilizzata solo come piccola percentuale da taglio. La vendemmia avviene tra la fine di Agosto e la metà di Ottobre in base all’ altitudine dei vigneti. Vengono selezionate le uve che passano alla pigiatura, sia meccanicamente che con i piedi in una grande vasca per poi passare alla fermentazione in autoclavi di acciaio. A questo punto, in base al vino che si vuole ottenere, se secco, medio secco, dolce, medio dolce la fermentazione viene interrotta e vi si aggiunge alcol (nello specifico l’ aguardiente, ovvero un distillato di uva). Più lo si lascia fermentare più il vino sarà secco e l’aggiunta di alcol sarà inferiore, visto che ha avuto più tempo per trasformare gli zuccheri in alcol quindi già più alcolico.
Proseguiamo la visita e ci mostra le “estufas” ovvero delle grandi autoclavi che contengono delle serpentine di acqua calda (circa 47/50°c) dove i vini più giovani maturano per tre anni per circa tre anni; le estufas riscaldano il vino per tre mesi dopodiché mantengono il vino a temperatura ambiente per il resto del tempo di maturazione.
Passiamo al processo canteiro che avviene in cantina a temperatura ambiente, per la maturazione del Madeira, senza l’utilizzo di estufas. Ci troviamo in un grande magazzino dove il tetto è stato costruito appositamente in zinco, materiale che trattiene il calore, per avere durante l’inverno la costante di circa 20°c, mentre in estate 25/30°c. Queste temperature permettono al vino di evaporare lentamente e concentrare i succhi. Il luogo è maestoso, affascinante vedere tutte le barrique che si sovrappongono l’una all’altra creando delle piramidi, ognuna con stampato il nome e l’annata del vino che contiene. Così mi soffermo su una barrique del 1978 di Boal, e Leandro ci racconta che il vino ha ancora bisogno di tempo, non è ancora pronto. Ogni anno si perde circa i 2/5 % e lo chiama ‘condivisione con gli angeli’ e a guardare al numero di barrique, dovrebbero essere già ubriachi!
Dopo esser passati dalla sala di imbottigliamento arriviamo alla sala degustazioni. 10 anni Verdelho, sempre medio secco dall’aroma erbaceo, di mandorla tostata, quasi sembra di sentire una nota finale di sottobosco. 20 anni Verdelho, proveniente dalla zona di Ribeiro Real, un appezzamento nella zona a sud di Madeira a 200m l’altezza, tagliato con una piccola percentuale di Tinta Negra invecchiata almeno 50 anni. Vino insolito, elegante, morbido e persistente, dall’ aroma floreale, nocciola, noce, leggermente erbaceo.
Continuiamo con il Boal 1995 frasqueira, medio dolce di cui han fatto solo 670 bottiglie e le cui uve provengono da un unico appezzamento di São Vicente. Un vero piacere al palato, note di caramello, frutta secca, spezie e leggermente affumicato sul finale, elegantissimo. E una bottiglia va direttamente nella mia cantina.
Infine proviamo una Malvasia 20 anni, proveniente anch’esso dal cru Ribeiro Real che ci lascia estasiati. Delicatezza dei profumi floreali, dolce miele, caramello e tabacco.
Una visita che sognavo e che è diventata una vera rivelazione.
Un pacco di Madeira è già diretto in Italia mentre noi proseguiamo alla scoperta dell’Isola!