Algarve, la regione meridionale del Portogallo che si affaccia sull’ Atlantico, dove il sole è rovente e il vento spira costantemente. Consigliatami da un rappresentante di vini della zona, sono curiosissima di visitare la cantina Monte do Alem, azienda biologica che dal 2000 produce vini di straordinaria freschezza e carattere. I proprietari sono di origine belga, che spinti dalla passione per il vino hanno deciso di scommettere in questa attività con l’aiuto di un esperto enologo francese che lavorò per anni a Bordeaux.
Iniziamo la visita risalendo a piccola collina dove si espandono a doppio guyot 5 ettari di Syrah, Grenache, Petit verdot, Merlot e Cabernet Sauvignon. Il terreno argilloso-calcareo è soleggiato quasi tutto l’anno con un inverno e una primavera verdeggianti, ventilato, e dall’ estate secca, per questo motivo hanno fatto ricorso ad un’irrigazione a goccia, solo una volta alla settimana, per far si che il succo dell’acino si concentri maggiormente. La coltivazione è prettamente biologica, senza l’utilizzo di fertilizzanti né chimica, solo rame e zolfo se necessario e nella zona più alta spargono dei semi di fava che portano azoto alle radici della vite.
Entriamo in cantina e l’enologo ci mostra le casse da 14 kg dove ripongono l’uva durante la vendemmia, raccolta manualmente per far sì che la fermentazione non abbia inizio ma che avvenga successivamente a temperature controllate. Grandi autoclavi in acciaio ed una stanza dedicata alle barrique, quasi tutte nuove di legno francese per il Petit verdot, dove completa la malolattica. Ci spiega che il Petit verdot è un uva di tanto tannino che ha bisogno di respirare e la micro-ossigenazione deve essere costante, quindi di anno in anno la barrique deve essere come nuova.
Passiamo nella sala degustazione ed iniziamo con una nuova uscita (ancora senza etichetta) del Rosè 2016 di Aragones, un vino elegante, delicato, quasi provenzale, dal leggero sentore di frutti rossi freschi, ribes, fragola. Completamente diverso dall’ annata precedente 2015 assaggiata in precedenza, molto più corposa. Monte do Além 2011 blend di Merlot, Cabernet Sauvignon, Syrah, Aragones, Petit Verdot. Qualche mese di barrique poi affinamento in bottiglia. Un bel tannino vivo, ancora un po’ verde, prugna matura, mora, sentore vegetale. Tra un vino e l’altro scopro chiedo quale sarà la prossima annata in uscita e la cosa che mi stupisce è che non vi è una regola precisa di anno in anno, dipende dall’ annata, dalla maturazione del vino che esce in vendita solo quando è il giusto momento.
Assaggiamo infine una “scoperta” della cantina, il Petit Verdot, una riscoperta in realtà per l’enologo francese che aveva lavorato a lungo con questo vitigno senza esser mai riuscito ad estrapolare l’essenza di quest’uva a Bordeaux, dove il clima non lo permetteva. Ora la maturazione raggiunge un punto ottimale per poterlo vinificare da solo in purezza, cosa che prima non aveva mai fatto. I tannini sono ben presenti nonostante i mesi in barrique, si fa sentire la nota vegetale, il tostato, eucalipto, sottobosco e fieno.
Qualche bottiglia comprata, delle magnum e la previsione di una serata a base di rosè. La splendida giornata continua con un tuffo nell’ Oceano!