Porto, Madeira, Vinho Verde, sono forse i nomi di cui sento più spesso parlare, senza averne mai saputo troppo. È così che spinta dalla curiosità approdo in terra straniera, esattamente in terra portoghese.
Lavoro in un piccolo e accurato ristorante sulla punta più occidentale del Paese dove il rappresentante di vini di Decante ci invita alla degustazione per assaggiare la sua selezione di etichette portoghesi ed estere.
Arrivata sul posto accetto consigli e mi lascio anche ispirare da vini ed etichette che non conosco.
Soalheiro, una grande e ormai conosciuta realtà che produce Vinho Verde, così chiamato perché cresce in una zona fresca, verdeggiante che prolifera di vegetazione e così anche l’uva che cresceva, carica di acidità. Incontro il produttore che inizia a farmi assaggiare tutta la gamma di vini di loro produzione. Rimango colpita dal Terramater, vino biologico, non filtrato, di uva Alvarinho. Vino dai profumi freschi, di frutta croccante, floreale e in bocca setoso e mandorlato. Assaggio per curiosità anche il Vinho Verde a bacca rossa, l’Oppaco, con Vinhao e Alvarinho. Vino rosso da servire fresco, che spicca per la sua acidità per la freschezza e fruttatissimo me lo immagino già davanti ad un bel piatto di pesce in una serata estiva.
Scopro un’altra azienda nuova, fresca e al femminile. Susana Esteban, spagnola di nascita, dopo studi ed esperienze come enologa decide di aprire la sua cantina e dar vita al ‘suo’ vino. L’ Aventura è un Arinto che cresce a 750 m , acciaio, dai leggeri sentori floreali, di pesca gialla, e al finale nocciola. Fresco, elegante, lungo e piacevole. Proseguo con un altro Aventura ma rosso, Touriga Nacional e Aragones, solo acciaio. Mi sono stupita per la freschezza ma allo stesso tempo avvolgente e molto profumato.
A&D produce vini nella regione di Vino Verde e vinifica singolarmente i vitigni per creare 3 “monologhi”, di Avesso, Arinto e Chardonnay. L’Arinto mi colpisce per il profumo fresco, dalla nota floreale, di frutta esotica, banana e in bocca mantiene una bella acidità.
Continuo la ricerca e mi soffermo da un’etichetta già vista ma mai provato: il Carrel è un altro vino da non scordare. Un rosso di uve selezionate di Touriga Nacional, un vino da aprire e far ossigenare perché d’impatto colpisce con sentori resinati, di cuoio. Esce il frutto maturo, prugna rossa, amarena e tabacco.
Tanti i vini da raccontare e troppi per poterli abbreviare in poche righe.
È stato un entusiasmante inizio alla “scoperta” dei vini portoghesi, che sono assolutamente da provare!